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Il Signore dei Mongoli e la fierezza dei suoi discendenti
29/03/2017

Metà della popolazione della Mongolia vive nella capitale, Ulaanbaatar. Ma ci sono ancora popolazioni nomadi
che vivono nella steppa. Cacciatori di aquile, agricoltori e intere famiglie vivono nei ger (o yurta) e utilizzano i cavalli come mezzo di trasporto.

Sempre più turisti esplorano la Mongolia  e le sue bellezze naturali, ma per conoscerla veramente, dovete fare un viaggio attraverso le montagne e le steppe ed incontrare il fiero popolo mongolo, con il suo carattere gentile e le sue tradizioni legate al nomadismo.

Popolata fin dalle origini di nomadi, cacciatori o pastori, questi popoli erano piccoli e con gli occhi a mandorla, la pelle dorata cotta dal sole estivo e lucida dal grasso che li proteggeva d'inverno, ignoranti e privi di qualsiasi cultura. Fino alla nascita di Temujin, nel 1155 circa, più noto come Gengis Khan.

Un bimbo forte, robusto, ma soprattutto sveglio. Le sue frequenti visite nei campi di mercanti cinesi fecero in modo che acquisisse conoscenze fino ad allora era sconosciute al suo popolo.

Quando divenne capo, quindi Khan, iniziò ad organizzare la sua gente dandole ordinamenti e leggi. Costituì truppe disciplinate, composte da plotoni, squadroni e reggimenti che furono in grado di comquistare gran parte dell'Asia. L'impero mongolo è stato il più vasto della storia, coprendo più di 26 milioni di chilometri quadrati, con una popolazione stimata intorno ai 100 milioni di persone. Gengis Khan ridi

segnò i confini del mondo. Nell'Europa orientale i mongoli riunirono principati e città in un unico grande stato russo. Nell'Asia Orientale, crearono la Cina, unendo i rimasugli di dinastie morenti. Fondarono la Corea e l'India. 

Un impero di cui ancora oggi i suoi discendenti vanno fieri.

“E’ meglio averla vista una volta, che averne sentito parlare mille volte"

Antico proverbio mongolo